Ti è mai capitato di dire o sentire “che ansia”?! In questo articolo parleremo proprio di questo: una parola molto comune e utilizzata da tutti, ma cos’è?
L’ansia è un’emozione universale che, di per sé, non sarebbe inadeguata da provare. Rappresenta una componente necessaria della risposta del nostro organismo di fronte a situazioni stressanti.
Viene considerata patologica quando disturba, in misura più o meno significativa, il funzionamento globale. L’ansia patologica spesso si manifesta senza alcuna apparente correlazione a cause esterne e con una intensità tale da provocare un grado di sofferenza insopportabile e una durata spesso cronica. Tali caratteristiche possono limitare il funzionamento della persona nella vita di tutti i giorni.

E ora vi starete chiedendo: quali sono i disturbi d’ansia?
Sono disturbi d’ansia gli attacchi di panico, le fobie (degli insetti, di parlare in pubblico, dei mezzi di trasporto, di arrossire o di vomitare in pubblico ecc.), l’ansia generalizzata e il disturbo post-traumatico (in seguito ad eventi traumatici o altamente stressanti).
Possiamo individuare essenzialmente due condizioni in cui può essere definita come patologica
- Quando la risposta ansiosa è esagerata e disfunzionale rispetto agli stimoli che l’hanno indotta.
- Quando lo stato ansioso compare in assenza di uno stimolo scatenante.
La persona esposta alla “sua” situazione stimolo proverebbe un’emozione ritenuta insopportabile, che, talvolta quando diviene Panico, potrebbe far credere o sentire alla persona di impazzire o di morire.
La sintomatologia con cui si manifesta può essere:
- Fisica: tachicardia, nausea, vampate di calore, vertigini, nodo alla gola, tosse, gonfiore, perdita di desiderio sessuale, assenza di appetito.
- Cognitiva: disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, perdita di equilibrio, incoordinazione motoria.
- Emotiva: irritabilità, apprensione, paura intensa di morire o di perdere il controllo.

Come intervenire?
L’indicazione migliore è quella di seguire un percorso psicoterapeutico che miri a comprendere il disturbo nella sua complessità mettendo a punto e condividendo con il paziente il metodo più efficace per la risoluzione del problema.
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